L’Amianto e eternit da smaltire sono i killers invisibili, come definiscono i giornali. Ma l’ Amianto e eternit da smaltire che cosa sono veramente e cosa bisogna fare per smaltirlo?
Quello che c’è da sapere nella nostra guida dedicata. All’inizio degli anni ottanta, l’amianto era praticamente ovunque e circondava tutti. Nelle strade, fungeva da copertura e coibentava case e palazzi. Il suo nome era accattivante: Eternit, che in latino vuol dire eternità. Negli ultimi anni, specialmente a seguito delle discusse sentenze relative alle vittime dell’amianto, si è tornati a parlare dell’amianto. Sottolineando la sua enorme pericolosità e quanto sia ancora diffuso in Italia e nel mondo. Ma andiamo con ordine. In questo speciale, vedremo da dove viene l’amianto e il suo derivato più utilizzato, il fibrocemento, conosciuto come eternit dal nome dell’azienda che lo produceva.
Faremo il quadro della situazione in Italia oggi ed infine illustreremo quali interventi di bonifica ambientale siano necessari per smaltirlo. Iniziamo dal nome: il termine greco amianto ‘amianto’ significa letteralmente inattaccabile, incorruttibile, e serve ad indicare un gruppo di minerali formati da silicato di magnesio, calcio e verdetto asbesto (letteralmente “che non brucia”).
Come tutti i minerali presenti in natura viene estratto da cave e miniere tramite frantumazione della roccia madre, da cui si ottiene la fibra purificata. Oltre alla duttilità ed ai bassi costi di produzione, la principale caratteristica di questa fibra mineraria consiste nella sua incredibile resistenza alle temperature elevate, alla trazione e all’usura.
Tutte caratteristiche che ne hanno fatto, per molti decenni, uno dei materiali più utilizzati nell’industria siderurgica, automobilistica, meccanica ed edile (Fonte: Ministero della Salute). E perfino come tessuto per indumenti e tute da lavoro ignifughe. L’accertamento della sua nocività per la salute dell’uomo ne ha imposto il relativo Amianto e eternit da smaltire con divieto in moltissimi paesi, la pericolosità dell’amianto consiste soprattutto nel fatto che le sue fibre si liberano nell’aria e sono potenzialmente inalabili. Specialmente le particelle sprigionate durante la spaccatura abbia obbligato gli enti a far si che la Normativa Amianto che non prevede l’obbligo di bonifica “tout court”, sancisce l’obbligo di individuare la presenza di materiali contenenti amianto.
Tale attività è sempre necessaria (oltreché obbligatoria) al fine di predisporre misure di controllo e di una corretta gestione del rischio. L’obbligo di bonificare scaturisce esclusivamente dalla pericolosità dei materiali in amianto e non dalla loro mera presenza nella struttura.
Tale pericolosità dipende dall’eventuale rilascio di fibre aerodisperse nell’ambiente che rappresentano un potenziale rischio per la salute degli occupanti, per il personale dipendente e per l’eventuale degrado ambientale connesso con la dispersione di fibre.
Detto ciò il proprietario dell’immobile e chi ha la responsabilità dell’attività, una volta constatata la presenza e aver provveduto al censimento, mappatura e notifica ASL obbligatoria per i materiali in amianto friabile, può in alternativa decidere di: rimuovere i manufatti senza realizzare alcuna Valutazione del Rischio, eliminando il problema alla fonte e in via immediata;
valutarne il rischio e attuare i metodi scaturiti dall’indagine stessa, rispettando le tempistiche fissate. Le imprese che operano nella rimozione Amianto e eternit da smaltire devono essere iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali per le categorie 10A o 10B (bonifica amianto). Lo smaltimento dell’amianto rimosso deve avvenire sempre in una discarica autorizzata. Prima dell’affidamento dei lavori è obbligatorio verificare l’iscrizione dell’impresa a cui si intende far eseguire l’intervento di rimozione.
Link Utili:
Asbesto il vero nome dell’amianto
La bonifica dell’amianto può avvenire utilizzando tre metodiche:
- rimozione, eliminare materialmente la fonte di rischio;
- incapsulamento, impregnare il materiale con l’uso di prodotti penetranti e ricoprenti;
- confinamento, installare delle barriere in modo da isolare l’inquinante dall’ambiente.
L’asbestosi è stata la prima malattia professionale amianto-correlata riconosciuta dall’INAIL; dal 1994 sono altresì tabellate come tali anche il mesotelioma (pleurico, pericardico e peritoneale) ed il carcinoma polmonare.
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